Altius! Un 2014 proiettato tra le stelle.

Il vero motto olimpico che De Coubertin volle associare ai Giochi non era il ben poco adatto ad una competizione d’alto livello “l’importante è partecipare”, ma “Citius, Altius, Fortius“, ossia “più veloce, più in alto, più forte”. In questo 2014, anno a metà tra due Olimpiadi, anno che non prevede nessuna competizione di livello mondiale nell’atletica, solo i campionati continentali, sembra che gli uomini vogliano sottolineare quell'”Altius”.

Renaud Lavillenie (FRA) ancora incredulo dopo il suo salto a 6,16m.
Renaud Lavillenie (FRA) ancora incredulo dopo il suo salto a 6,16m.

Ad iniziare la stagione dei salti verso l’alto con grandi prestazioni era stato Renaud Lavillenie (FRA) che a metà febbraio a Donetsk (città ucraina tristemente nota negli ultimi mesi per gli scontri tra truppe governative e i separatisti filorussi) in uno degli ultimi meeting prima dei mondiali al coperto di Sopot ha battuto il record indoor del salto con l’asta di Sergey Bubka, stabilito proprio nello stesso palazzetto ben 21 anni prima. Sotto gli occhi del campionissimo ucraino, attualmente anche presidente del comitato olimpico del suo paese, il francese ha passato l’asticella posta a 6,16 al primo tentativo, dopo essere riuscito a passare la quota precedente a 6,01 solo al terzo. Un risultato arrivato dopo un gennaio in costante crescita per il francese: a Rouen aveva migliorato il suo personale di 1 centimetro, portandolo a 6,04, e a Bydgoszcz addirittura a 6,08. In ogni caso nessuno, forse nemmeno lui, s’aspettava il record del mondo così presto.

Purtroppo l’esultanza è stata un po’ troppo esuberante e Lavillenie si è procurato un lieve infortunio che lo ha costretto a saltare i mondiali di Sopot, per non mettere a rischio la stagione outdoor. Stagione che è poi iniziata ancora molto bene per il francese campione olimpico a Londra 2012; a maggio, nella tappa di Shanghai della Diamond League, mette a segno un 5,92 particolarmente bello che sembra promettere quote sempre più alte nel corso dell’estate, forse anche a superare il suo miglior risultato di 6,03 passato l’anno scorso a Londra. Eppure sin ora i risultati non sono stati all’altezza delle premesse. Ma è possibile che il francese stia puntando ad arrivare al massimo della forma a Zurigo per i campionati europei. La vera delusione nell’asta in questo momento della stagione è quella della corazzata tedesca, che l’anno scorso a Mosca era riuscita a conquistare ben due medaglie: l’oro di Holzdeppe e il bronzo di Otto. Se Otto è rimasto fermo quest’inverno a causa di un infortunio al tendine d’achille, il ben più giovane Holzdeppe ha continuato a gareggiare, ma con risultati assai magri; il suo miglior salto stagionale outdoor al momento risulta essere uno scarso 5,53, che lo pone dietro anche all’altro compagno di nazionale Mohr che a Oslo ha saltato 5,70.

Ivan Ukhov, primatista stagionale al coperto, ha poi iniziato la stagione outdoor con un 2,41 a Doha.
Ivan Ukhov, primatista stagionale al coperto, ha poi iniziato la stagione outdoor con un 2,41 a Doha.

Emozioni ancor più grandi sono arrivate dal salto in alto, la disciplina che quest’anno sta facendo impazzire tutti gli appassionati per risultati sempre più importanti che non si vedevano da decenni. Già l’anno passato c’era stata un’avvisaglia di quello che sarebbe potuto essere questo 2014: Bohdan Bondarenko (UKR) aveva superato ben due volte quota 2,41, mentre Mutaz Essa Barshim (QAT) 2,40. Quote simili non si vedevano dal 2,40 del russo Voronin nel 2000, ma soprattutto dagli anni 90, quando in pedana c’era il campionissimo Sotomayor (CUB) che detiene sia il record indoor che outdoor. Ad aggiungere altre aspettative per la nuova stagione estiva sono stati i meeting indoor. Ivan Ukhov (RUS), campione olimpico in carica, a fine febbraio nell’arena di Praga riesce a passare un 2,42 che lo porta ad eguagliare il record europeo di Thränhardt (FRG), del 1988, e solo a un centimetro dal record del mondo. Solo un mese prima l’olimpionico aveva saltato 2,41 e si presentava perciò come favorito ai mondiali indoor di Sopot, dove invece la vittoria andò a Barshim con 2,38, nuovo record asiatico per l’atleta del Qatar. Iniziata la stagione outdoor e il primo a fare 2,40 è un inaspettato Derek Drouin (CAN); il canadese però non si è più ripetuto su questi livelli, per il momento. Poco dopo, alla prima prova di Diamond League, quella di Doha, è di nuovo Ukhov ad alzare di un altro poco l’asticella, portando il nuovo miglior risultato stagionale a 2,41. In quell’occasione Drouin e Barshim si fermano a 2,37, lasciando intendere che il russo fosse ancora un passo più avanti di loro. Pochi giorni dopo a Tokyo contro Ukhov, che si accontenta di un 2,34, si presenta Bondarenko che subito reclama il suo ruolo di campione del mondo in carica con un 2,40. Si arriva quindi al Golden Gala di Roma, seconda tappa di Diamond League in cui è presente il salto in alto, sulla pedana sono presenti tutti i grandi del momento: Ukhov, Drouin, Barshim e Bondarenko. La gara finisce per essere una sfida a due tra Barshim e Bondarenko, con il qatariano che batte l’ucraino con un bel 2,41, nuovo record continentale asiatico; ma non finisce semplicemente così: entrambi provano anche 2,43 e sembrano essere molto vicini a passarlo.

Barshim esulta nella notte di Roma dopo il suo salto a 2,41.
Barshim esulta nella notte di Roma dopo il suo salto a 2,41.

Ma è a New York, il 14 giugno, che la sfida tra i due si ripete e sale ancora di più di cm e intensità. La gara è vinta dall’ucraino per un minor numero di errori, ma entrambi i contendenti riescono a superare 2,42, che significa per Barshim un ennesimo record asiatico mentre Bondarenko eguaglia il record europeo di Sjöberg (SWE) del 1987 che non era mai stato raggiunto se non da Sotomayor. Ed è proprio il record del cubano ora a tremare, il suo primato è di 2,45, ma a New York Bondarenko e Barshim hanno provato, fallendo di pochissimo, 2,46, dimostrando di essere molto vicini anche a questa misura. Ora la Diamond League si è presa una piccola pausa, ma già il prossimo weekend a Losanna sarà la volta di Athletissima e come a Roma saranno presenti tutti e 4 gli uomini che quest’anno sono riusciti a passare 2,40. Indubbiamente sarà una gara da non perdere!

Uno dei salti di Bondarenko al Golden Gala di Roma.
Uno dei salti di Bondarenko al Golden Gala di Roma.

Per dare un’idea di cosa significhi 2,40 nel salto in alto maschile. Sino ad oggi solo 11 atleti sono riusciti ad arrivare a questa quota. Di questi solo i 4 sfidanti di quest’anno nel XXI secolo. L’ultimo salto sopra 2,40 prima dell’anno passato era stato quello già citato di Voronin nel 2000, prima ancora, l’ultimo salto sopra questa quota di Sotomayor, nel 1995. Ed è la prima volta nella storia che così tanti atleti nello stesso anno riescono in queste prestazioni di altissimo livello, e non siamo che a giugno, la stagione proseguirà per altri 2 mesi e più, entrando nel vivo con i meeting più blasonati e i campionati continentali. Il record è vicino, sempre di più e le occasioni sono tante. Nonostante l’assenza di Drouin e Barshim, anche i campionati europei di Zurigo potranno essere sede di una grande gara tra Ukhov e Bondarenko che potrebbero far salire l’asticella a 2,45 o forse ancor di più.

Drouin240
Drouin dopo il suo miglior risultato di sempre: 2,40.

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