Le olimpiadi al femminile: le discipline tecniche

L’ultima settimana di giochi è stata anche per le ragazze dedicata alle specialità tecniche. In gigante si arrivava senza veramente conoscere i valori in campo, infatti lo slalom gigante di Maribor era stato prima spostato a Kranjska Gora e poi cancellato per le avverse condizioni meteo anche nella nuova località. L’ultima prova di coppa del mondo risaliva quindi a Lienz, a fine dicembre. In quell’occasione aveva vinto Anna Fenninger (AUT), tornando per la prima volta sul podio nella stagione in corso in un gigante. Al secondo posto la svedese Lindell-Vikarby, leader della classifica di specialità, e terza la giovanissima Shiffrin (USA) in un’ennesima dimostrazione che sta diventando un’atleta di punta anche in questa disciplina. Per forza di cose, nel gigante olimpico, le favorite potevano essere queste, con l’aggiunta della seconda in classifica di coppa, Maria Pietilae-Holmner (SWE), e di coloro che erano state capaci di salire sul podio quest’anno: Zettel (AUT), Maze (SLO), Gut (SUI), Rebensburg (GER). Di queste quattro, la slovena e la svizzera avevano già dimostrato in discesa di essere particolarmente pronte, e quindi erano tra le sorvegliate speciali.

Tina Maze impegnata nel gigante olimpico
Tina Maze impegnata nel gigante olimpico

Al cancelletto pesano le assenze di una grande della specialità come Tessa Worley, infortunatasi a inizio stagione, Tina Weirather, la cui caduta in una delle ultime prove di discesa proprio a Soci le ha impedito di prendere parte a tutte le gare olimpiche, e di Maria Höfl-Riesch, vincitrice della medaglia d’oro in super combinata, che per un forte raffreddore decide di non prendere il via. Una pessima giornata piovosa attende le atlete e come sempre sulla difficile neve russa le favorite sono le ragazze del primo gruppo di merito; ed infatti Tina Maze, scesa con il numero 1, si posiziona prima e da lì non viene più scalzata. La seconda a partire, forse una delle maggiori favorite, la svedese Lindell-Vikarby si accontenta del secondo posto, ma con un distacco già di oltre mezzo secondo. Kathrin Zettel, al via subito dopo, è una delle poche a fallire con un numero basso, anche a causa di un errore che ha portato al distaccarsi del telo della porta che purtroppo le è finito sulla maschera, impedendole di vedere per un breve ma fondamentale istante. Anche Lara Gut, scesa con il pettorale 4, sbaglia la gara e giunge con un ritardo sulla slovena di ben 2.66. Le altre ragazze invece fanno il loro, piazzandosi sì con distacchi importanti (Fenninger 0.85, Shiffrin 0.91, Rebensburg 1.36) ma che non le mettono certamente fuori dai giochi, ad esclusione di Marie Michelle Gagnon (CAN) che non finisce la manche. Al contraio Nadia Fanchini (ITA) fa la grande discesa e riesce ad arrivare 3° a soli 65 centesimi dalla Maze scesa molto prima di lei.

Viktoria Rebensburg, oro a Vancouver 2010
Viktoria Rebensburg, oro a Vancouver 2010

La seconda manche viene ritardata a causa di una forte nevicata in partenza, che all’arrivo è ancora pioggia. Poi il maltempo pare calmarsi e la gara riprende. La prima a fare una bella manche è Francesca Marsaglia, l’italiana partendo come 5°, fa del suo meglio su una pista ancora in condizioni discrete, nonostante tutto. Il suo recupero però si fermerà al 16° posto, a causa anche del distacco pesante che aveva accumulato nella prima discesa. L’altra sciatrice a dimostrare di avere ancora molto da dare è Lara Gut, che riscatta una prima deludente, con una seconda manche degna di lei. Ma ancora non è sufficiente per scalare molte posizioni e ne recupererà solo 5. Poi scende Viktoria Rebensburg, la campionessa olimpica in carica, che nel pieno di quest’inverno non è riuscita a dimostrare tutto il suo valore a causa di un virus che l’ha colpita. Probabilmente il clima olimpico le fa bene e nella seconda mette in pista tutta la sua classe, con un discesa quasi perfetta, su di una pista assai deteriorata, si piazza al primo posto con il miglior tempo di manche. Mikaela Shiffrin che parte subito dopo di lei giunge al traguardo con oltre 20 centesimi di ritardo, mentre Anna Fenninger scende al meglio, e pure perdendo parte del suo vantaggio riesce a mantenere 0.20 esatti per essere provvisoriamente in testa. Subito dopo di lei scende Nadia Fanchini, l’italiana non pare sciare come nella prima manche e infatti pur non perdendo troppo deve accontentarsi del terzo posto provvisorio a 9 centesimi dalla tedesca. La seconda della prima manche, la svedese Lindell-Vikarby, invece arrancava, al traguardo un distacco di addirittura 1.08 la divideva dalla Fenninger. Era quindi la volta di Tina Maze, quest’anno mai sembrata veramente in forma in nessuna specialità in coppa, ma rinata improvvisamente alle olimpiade con l’oro in discesa. Il vantaggio sull’austriaca in partenza era di 0.65, indubbiamente non poco, ma su una pista rovinata da pioggia e passaggi non poteva dare sicurezze. Infatti la slovena pur non sciando male perde di intermedio in intermedio, ma alla fine riesce a spuntarla sulla più giovane austriaca di soli 7 centesimi. Una Maze che era sembrata quasi l’ombra di sé stessa in questa stagione festeggia il suo secondo oro, per dimostrare ancora una volta che la preparazione specifica per un evento, con certi atleti dalla classe indiscussa come lei, funziona eccome. La Slovenia che mai aveva vinto un oro alle olimpiadi, grazie alla sua più grande sciatrice di sempre in una sola edizione ne guadagna addirittura due. La Fenninger può comunque festeggiare una bella prova ed un argento che segue la sua vittoria in super G, dimostrando che la forma c’era, non ha semplicemente vinto per la tracciatura come alcuni malignavano. Mentre la tedesca Rebensburg ha conquistato il suo bronzo mettendo in pista tutte le capacità e la classe innata che possiede.

Il podio: Anna Fenninger (AUT), Tina Maze (SLO) e Viktoria Rebensburg (GER)
Il podio: Anna Fenninger (AUT), Tina Maze (SLO) e Viktoria Rebensburg (GER)

Venerdì è stata invece la volta dello slalom speciale, ovvero la sfida annunciata tra la teenager fenomeno Mikaela Shiffrin (USA) e la più grande di sempre Marlies Schild (AUT), nel mezzo tutte le altre, che secondo tutti i pronostici non potevano che aspirare o a un errore di una delle due o al terzo gradino del podio. Questo nonostante quest’anno la più grande delle sorelle Schild non sia stata molto regolare, ma è comunque riuscita a raggiungere e superare il record di vittorie in slalom in coppa del mondo della grandissima Vreni Schneider. Lo scorso anno ai mondiali era invece stata la giovanissima Mikaela Shiffrin a trionfare, dimostrando di non temere nemmeno le grandi competizioni e di avere nervi d’acciaio, degni di una campionessa. E la conferma si è avuta poco dopo alle finali di Lenzerheide quando nell’ultima manche è riuscita a battere Tina Maze ed aggiudicarsi la coppa di specialità. A Schladming però Marlies Schild era presente più per dovere nazionale che altro, appena rientrata dall’ennesimo infortunio si era presentata al cancelletto non al massimo della condizione, ma in questa olimpiade le cose erano ben diverse. In realtà, come si è detto per il maschile, lo slalom speciale è sempre una specialità che può riservare qualunque tipo di sorpresa, quindi molte delle atlete in partenza potevano ambire al podio e, perché no, all’oro.

Marlies Schild sulla pista di Soci
Marlies Schild sulla pista di Soci

Anche per questa gara temperature alte e paura che la pista potesse deteriorarsi molto rapidamente. La prima manche si chiude con la Shiffrin in testa, cosa che non ha stupito nessuno. Dietro di lei si piazzava a quasi mezzo secondo Maria Höfl-Riesch, rientrata dopo l’assenza nel gigante. Poi una sempre più sorprendente Tina Maze e la piccola Bernadette Schild (AUT). Solo 6° a 1.34 Marlies, che non ha trovato il feeling con la neve primaverile e morbida di Soci. La migliore con i pettorali più alti è stata Kathrin Zettel, 7° pur partendo con il 12. Dopo una manche di questo genere pareva già chiaro che l’oro era sempre più vicino alla diciottenne statunitense e che la Schild avrebbe faticato anche solo a raggiungere una insperata medaglia, considerando che Maze e Riesch avevano già dimostrato la loro ottima forma nelle gare precedenti.

il fenomeno Mikaela Shiffrin
il fenomeno Mikaela Shiffrin

Nella seconda le temperature un po’ più basse consentono alla pista di tenere un po’ meglio, anche la tracciatura sembra più veloce, ma non ne approfittano in molte, il recupero più importante lo fa la francese Marmottan che passa dalla 24° posizione in prima manche alla 13° finale. Le cose cambiano quando, in testa la Emelie Wikström (SWE), parte la Zettel. L’austriaca aggiunge alla prima ottima manche un’altra discesa ad altissimo livello, facendo segnare quello che sarebbe stato alla fine il secondo tempo di manche. Eppure la sua prima posizione dura un attimo, il tempo che a scendere sia la regina Marlies Schild. Non certo sconfortata da una prima non all’altezza della sua classe, la fuoriclasse d’Austria scende come una furia, migliorando il tempo della connazionale di 24 centesimi. Tutte le ragazze che partono dopo le due austriache non riescono in alcun modo ad avvicinare i loro tempi, tutte quante finiscono alle spalle del duo Schild – Zettel. La giovane sorella Bernadette invece inforca, ma anche lei, come tutte era in difficoltà e stava perdendo il vantaggio acquisito. Alla partenza di Maria Höfl-Riesch, Kathrin Zettel deve aver per un attimo pensato alla sua fortuna, ai tanti infortuni e ai tanti quarti e quinti posti raccolti negli anni tra olimpiadi e mondiali. È vero che a soli 27 anni l’austriaca è già considerata una veterana del circo bianco e ha già due medaglie mondiali, un oro in super combinata e un argento in slalom, ma molte di più sono le medaglie di legno e solo un anno fa sembrava dover abbandonare del tutto l’attività sportiva. Ed è forse anche per tutti questi pensieri, o solo per la gioia, che scoppia a piangere tra le braccia di Marlies Schild appena la tedesca taglia il traguardo dietro di lei. Manca solo il fenomeno Shiffrin. La giovanissima statunitense ha un vantaggio enorme su quella che è stata per anni uno dei suoi miti. Parte bene, ma non al massimo come suo solito e infatti inizia a perdere, da 1.34 a 1.19 al primo intermedio, e poi 0.59 al secondo. Qualcosa scatta nella sua testa o forse l’ultima parte è quella che le si addice di più, ma riesce a perdere solo qualche centesimo dall’ultimo intermedio all’arrivo e a portare a casa, dopo l’oro mondiale, anche quello olimpico, a soli 18 anni! Si conferma così una campionessa di livello stellare, non solo forte e concreta in coppa, ma in grado di gestire la pressione della gara anche in una competizione olimpica. Dispiace, indubbiamente, un poco per Marlies Schild, la più forte di sempre nella specialità, che non riesce a sfatare la maledizione olimpica che non la vuole mai vincitrice ai Giochi. Si sarebbe meritata l’oro, più alla carriera che altro. Indubbiamente la gara di rimonta che ha fatto nella seconda è qualcosa che solo lei sa fare, ma la giovane americana ha più che giustamente avuto la meglio, le gare olimpiche non sono premi alla carriera. La Shiffrin diventa la più giovane vincitrice di una medaglia d’oro olimpica, mentre la Schild la più vecchia medagliata al femminile, insieme nella stessa gara. Una sorta di passaggio di consegne sul podio più importante di stagione.

Il podio: Marlies Schild (AUT), Mikaela Shiffrin (USA) e Kathrin Zettel (AUT)
Il podio: Marlies Schild (AUT), Mikaela Shiffrin (USA) e Kathrin Zettel (AUT)

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